Circolo virtuoso Il nome della Rosa
Giulianova Alta, Via Gramsci 46/a
Info Line 338/9727534
Mercoledì 23 ottobre ORE 19,00
FORMAZIONE
“汉语课程:
CORSO DI LINGUA E CULTURA CINESE”
CORSO DI LINGUA E CULTURA CINESE”
A cura della dott.ssa: Maria Vittoria IACONI
Il corso ha un obiettivo ben preciso: avvicinare ciascuno dei partecipanti ad una realtà che si è ormai imposta nel panorama mondiale con grande determinazione: la Cina.
Oriente e Occidente non si fronteggiano solo sui mercati finanziari e nella corsa al riarmo. La Cina acquista i debiti di Europa e Stati Uniti, domina il commercio, si prepara a sostituire euro e dollaro con lo yuan, prossima valuta mondiale di riserva, ma prima di tutto punta a conquistare la comunicazione del secolo.
Dieci anni fa nessuno avrebbe immaginato che il putonghua avrebbe superato la Grande Muraglia. Nel 2011, senza che nessuno se ne accorgesse, l'ennesimo primato è battuto: dall'inizio di ottobre il cosiddetto cinese mandarino è la lingua che il maggior numero di stranieri ha iniziato a studiare. Un boom senza precedenti, per quantità e rapidità. Nel 2000 erano poco più di due milioni i non cinesi che tentavano di imparare gli ideogrammi del mandarino. Oggi sono 50 milioni e la domanda è talmente forte che scuole e università si scoprono spiazzate. La Cina diventa la seconda potenza economica del pianeta e il "cinese" è già la prima potenza linguistica.
Per governi e multinazionali il problema non è però il confronto assoluto dei numeri. Conta la tendenza e negli ultimi cinque anni tutto lascia presagire che entro il 2015 il mandarino, ancora più dello spagnolo,ultimerà la rincorsa all'egemonia culturale nell'economia e nella politica. "Il risultato - dice il professor Li Quan dell'università Renmin di Pechino - è storicamente scontato. Chi domina la ricchezza, da sempre impone il linguaggio. Ormai è chiaro che la Cina avrà il potere commerciale nel lungo periodo e l'Occidente si rende conto della necessità di conoscerla e di capire come funziona. L'ascesa del mandarino e il tramonto dell'inglese sono lo specchio popolare della realtà".
Non sapere il mandarino è il nuovo incubo di uomini d'affari e professionisti e per la Cina è un successo senza precedenti. Perfino i contratti iniziano ad adottare gli ideogrammi e nelle trattative politiche e commerciali le delegazioni di Pechino pretendono di esprimersi nella lingua madre. E' lo scenario per il 2050: due miliardi di parlanti mandarino, opposti a 500 mila anglofoni. Quattro a uno, come il peso economico, il valore della valuta e le proprietà detenute all'estero. Pochi oggi sanno dire “grazie” ad un cinese, ma nessuno ignora cosa vuol dire "thank you". Non sarà più così. Lezione numero uno: "Xiè Xie”.